Fondata da Luciano Pigorini, Viustino 65 nasce a Piacenza nel 2003 e si sviluppa attorno al Podere La Palazzina, di proprietà della famiglia Pigorini dal 1965. Sin dall’inizio, l’obbiettivo era quello di mettere i 40 ettari del podere al servizio dell’eccellenza gastronomica italiana, recuperando i valori tradizionali del territorio piacentino appartenenti all’infanzia di Pigorini.
L’azienda prende ispirazione dalle domeniche conviviali condivise con la famiglia attorno ai “sapori del cortile”, apprezzando i semplici accostamenti fra consistenze, profumi e sapori genuini, ottenuti dall’autenticità del prodotto, allevato naturalmente, senza forzarne la crescita. Allora le tempistiche erano ancora dettate dalla natura e dalle stagioni. Negli allevamenti intensivi di oggigiorno, quella sensibilità al prodotto finale è venuta a mancare a vantaggio della quantità e a discapito della qualità.
Viustino 65 resta fedele ai suoi valori e legato alla sua terra, producendo sapori unici. La scelta di una filiera corta ad allevamento Mediterraneo ne è prova: ogni fase di allevamento è curata internamente all’azienda, in modo da non perdere mai di vista la cura e il rispetto delle materie prime. Sotto occhi professionali si raccolgono strutture, tecnologie all’avanguardia e esperienza. Il risultato è un “ruspante col marchio CE”, allevato all’aria aperta, libero di pascolare in spazi inerbiti, che diventa un pollo conforme alle normative comunitarie, compatto, morbido e succulente.
Il podere La Palazzina, sede di Viustino 65, è la fortezza d’avamposto del Castello di Viustino (PC). L’edificio, sottoposto nel passato a molteplici ricostruzioni, conserva intatto un solido torrione che si innalza al centro del corpo di fabbrica.
Il podere fu, nel corso dei secoli, teatro di scontri. Nel 979 l’imperatore Ottone entrò in Piacenza e investì in perpetuo i fratelli Lanfranco, Opizzo, Jacopo, Gherardo e Fero del castello di Vicojustino, dopo averli nominati milites. Nel 1314, i guelfi piacentini capeggiati da Leonardo Arcelli e Giacomo Sagimbene, attaccarono i soldati di Galeazzo Visconti nella località «Frescarolo», forzandoli a lasciare indietro notevoli quantità di vino razziato agli abitanti di Chero, Sariano e Corneliano. Per vendicarsi, il duca inviò nella zona un contingente di uomini reclutati a Borgo San Donnino con l’ordine perentorio di distruggere Viustino. Il fortilizio fu in seguito teatro di un violentissimo scontro tra guelfi e ghibellini piacentini, avvenuto nell’aprile del 1373 quando Marcello Braciforte, per via di un incendio nel castello di Corneliano, che egli teneva in nome della Chiesa, si rifugiò nella torre di Viustino presidiata anch’essa dalle truppe pontificie. Quando la notizia si diffuse, numerosi ghibellini della zona di San Giorgio, guidati da Martilio Anguissola, si portarono nella località cingendo d’assedio il castello. Marcello Braciforte, obbligato ad arrendersi alle preponderanti forze avversarie, venne fatto prigioniero e, poco dopo, impiccato a Piacenza fuori Porta San Raimondo.